DALLA CITTA’ APPENNINICA ALLA RICOSTRUZIONE POLITICA - SUCCESSO A MATELICA PER LA PRESENTAZIONE DELL’ULTIMO LIBRO DI DANIELE SALVI


La presentazione del libro di Daniele Salvi “La Città appenninica. Cronache dalla ricostruzione” (Il Lavoro Editoriale 2025), avvenuta a Matelica lo scorso venerdì 14 novembre, su iniziativa del locale circolo del Partito Democratico, è stata l’occasione per affrontare diversi importanti temi. Il più approfondito tra questi è stato l’argomento delle aree interne, tema che i diversi relatori hanno affrontato con metodo, senza cadere nella superficialità, come spesso accade nei tanti, anche recenti, dibattiti.

A tenere banco, tuttavia, è stata anche la riflessione sulle recenti elezioni regionali nelle quali il centrosinistra non è riuscito a riguadagnare la guida delle Marche, confermando in questo modo che un progetto politico di cambiamento ha bisogno di essere preparato per tempo, attraverso la partecipazione e il coinvolgimento di competenze, affinché risulti credibile e praticabile agli occhi dei cittadini elettori.

Tanto più in una regione come le Marche, dove la destra non ha risolto i problemi che nel 2020 si era candidata a governare, ma ha potuto contare su un’abbondante quanto inedita disponibilità di risorse finanziarie (tra PNRR, PNC, Fondi europei 2021-2027 e ricostruzione post sisma) che le ha consentito di giocare sull’effetto continuità rispetto ad un centrosinistra che - pur con generosità e al netto delle vicende giudiziarie – ha avanzato soltanto negli ultimi mesi una proposta alternativa di cambiamento.

I risultati elettorali nell’area del cratere, ma in generale in tutte le aree interne della regione, hanno mostrato quanto profondo sia il divario in termini di consenso e il lavoro da fare per presidiare questi territori attraverso una valida proposta programmatica e un reale radicamento politico-organizzativo.

I temi contenuti nel libro e l’idea stessa della Città appenninica, definita dall’ex rettore di Unicam Fulvio Esposito, “un luogo non-luogo che ha un valore progressivo come l’idea di utopia”, sono stati ripresi nel confronto dapprima tra l’autore Daniele Salvi e il moderatore Maurizio Carbonari e poi negli interventi dei diversi relatori.

Daniele Salvi si è soffermato su come è nato il libro che, per un verso, continua la riflessione del precedente “La Post Regione. Le Marche della doppia ricostruzione” (Il Lavoro Editoriale 2020), continuando ad interrogarsi sui cambiamenti in atto a livello regionale, e - per l’altro - si concentra maggiormente sui problemi e le prospettive dell’area appenninica e della ricostruzione post-sisma.

L’autore ha messo in evidenza l’atteggiamento contraddittorio dell’attuale Governo che, dopo aver lasciato in un angolo per pregiudizio politico la Strategia nazionale delle Aree interne, l’ha ripresa in mano, ma sostenendo l’irrecuperabilità di una parte delle aree interne del Paese; oppure, dopo aver fatto una nuova legge sulla montagna (L. 131/2025), sta per penalizzare i Comuni montani con una classificazione degli stessi che nelle sole Marche porterebbe alla chiusura della gran parte delle Unioni dei Comuni montani e alla riduzione da 88 a 22 di quelli beneficiari dei provvedimenti della legge stessa. Un atteggiamento schizofrenico che con una mano fa finta di dare e con l’altra toglie. “D’altra parte, è evidente - ha detto Salvi - quale sia l’idea che la destra ha delle Aree interne, quella dei borghi, cioè di ‘paesi che non ce l’hanno fatta’, dove non esistono servizi, ma alberghi diffusi”.

Tra i relatori l’intervento di Fulvio Esposito, ex rettore di Unicam e rappresentante del Forum Disuguaglianze Diversità, ha svolto una articolata disamina del libro evidenziandone i molteplici argomenti e spunti, in particolare riflettendo sul superamento del modello marchigiano di sviluppo verso l’idea di un Appennino che riscopre in chiave contemporanea la sua vocazione alla pluriattività (“antichi mestieri e nuove tecnologie”). Oltre - quindi - la specializzazione manifatturiera del monoprodotto, ma anche la retorica del turismo come alternativa sostitutiva. Altri temi toccati nella sua relazione sono stati quelli del policentrismo, dell’insufficienza dell’approccio borghigiano, della mancata partecipazione delle comunità al processo di ricostruzione post-sisma, dell’Europa da cambiare e dei migranti da integrare anche nell’ottica del ripopolamento delle aree del sisma. Con un invito al centrosinistra, se vuol tornare credibile, a fare autocritica rispetto alla propria esperienza di governo.

L’ex sindaco di Matelica Alessandro Delpriori si è soffermato, invece, sulle occasioni mancate nelle stagioni di governo del centrosinistra, rispetto al quale il centrodestra non sta facendo meglio, anzi. Sui temi della sanità, del turismo e della cultura, sulla valorizzazione delle eccellenze e bellezze locali, enogastronomiche e storico-artistiche, è evidente la carenza di capacità progettuale e l’eccessiva attenzione al consenso di breve termine, l’assenza di coraggio nel disegnare una prospettiva più avanzata e la mancanza di conoscenza e studio dei problemi.

Infine, la candidata del Pd dell’area montana alle recenti elezioni regionali, Clara Maccari, ha sottolineato l’importanza delle riflessioni contenute nel libro e la necessità di ripartire dai contenuti e da iniziative tematiche per rilanciare l’attività politica dopo il voto. Investendo sul rafforzamento del profilo programmatico dei partiti, sulla loro capacità di stare sui territori e di affrontare con puntualità e in maniera propositiva le varie problematiche, recuperando un metodo antico, ma non sostituibile, di confronto e dibattito interno e pubblico. Nel suo intervento, inoltre, ha evidenziato le problematiche della scuola e dei servizi sociali ai più deboli, in particolare infanzia e anziani, che da qui a poco – se non affrontate adeguatamente – rischiano di produrre un ulteriore serio impoverimento delle aree interne.

L’iniziativa si è conclusa con l’impegno del segretario del Circolo di Matelica, Danilo Cimmino, di continuare nell’organizzazione di iniziative come quella sulla Città appenninica, proprio per dare sostanza ad un percorso di ricostruzione politica, inteso come capacità di ripartire dalle questioni di fondo che riguardano il Paese, la nostra regione e le aree interne e di aprire sulle proposte un confronto a tutto campo, capace di suscitare interesse, mobilitazione e protagonismo civile e sociale per l’alternativa.

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