LA CITTA' APPENNINICA. CRONACHE DALLA RICOSTRUZIONE
Esce oggi il nuovo libro "La Città appenninica. Cronache dalla ricostruzione" (Il Lavoro Editoriale), disponibile online in versione e-book e cartacea.
Il volume raccoglie gli scritti successivi all’uscita de La Post Regione. Le Marche della doppia ricostruzione, edito ormai quasi cinque anni fa.
Perseguendo nella convinzione che l’impegno pubblico abbia un senso se, oltre alla prassi concreta, coltiva la riflessione critica su quanto la realtà sembra suggerirci, il libro si muove come un diario ragionato frutto dell’esperienza di questi ultimi anni.
Il viaggio fatto in giro per le Marche da La Post Regione con circa trentacinque occasioni di presentazione e dibattito e con la nascita del blog www.lapostregione.blogspot.com ha accompagnato almeno in parte lo sviluppo ulteriore della riflessione che si è avvalsa anche di una serie di contributi di intellettuali marchigiani che colgo qui l’occasione per ringraziare pubblicamente.
Giancarlo Galeazzi, Pierluigi Falaschi, Carlo Magnani, Marco Moroni, Antonio Quagliani, Pepe Ragoni, Massimo Sargolini, Lucia Tanas, Carlo Vernelli, insieme ai tanti soggetti associativi che si sono prodigati nell’organizzazione degli eventi, in molti dei quali abbiamo potuto apprezzare il talento artistico di Luca Violini, hanno consentito a La Post Regione di diventare l’occasione di un confronto aperto e trasversale sul futuro delle Marche.
Un viaggio avvenuto, tra l’altro, nelle more delle recrudescenze dell’epidemia di Covid e che si è posto sempre l’obiettivo di mettere la nostra terra, con i suoi problemi, potenzialità e prospettive, al centro del dibattito, contribuendo in tal modo anche alla ricostruzione di una politica regionalista, che ha bisogno del confronto culturale.
La Città appenninica s’inserisce, quindi, in questo solco e lo percorre secondo una logica di continuità e d’innovazione. Continuità perché si è andati alla ricerca di risposte, persistenze, cambiamenti e prospettive possibili, così come ho provato a fare con La Post Regione; innovazione perché, nel mentre si è gettato l’occhio sulla discontinuità rappresentata dal nuovo corso politico alla guida della Regione Marche, se ne è anche valutato criticamente l’operato e, soprattutto, si è tentato di dare un volto alla transizione dentro cui le Marche sono ancora immerse.
La Città appenninica è anche questo sforzo; quello più vicino a chi per gli impegni svolti in questi anni, prima seguendo le problematiche della ricostruzione economico-sociale post sisma per una delle associazioni artigiane più rappresentative e poi i temi della progettualità nel Comune più importante dell’entroterra marchigiano, ha guardato le Marche a partire dalle sue aree interne, dal cratere sismico, cercando sia di approfondire singoli aspetti che di allargare la visuale su orizzonti territoriali e temporali più ampi.
La metafora di progetto e la piattaforma territoriale potenziale che danno il nome a questa raccolta di scritti declinano in verità l’idea del policentrismo che il tema delle aree interne porta indissolubilmente con sé, specie nelle Marche. L’Appennino, soprattutto quello umbro-marchigiano, con le sue città storiche, piccole e medie, tra nord e sud del Paese e tra Adriatico e Tirreno, rappresenta un grande spazio che evoca la storia della civiltà urbana e aspira ad una rinascita nell’epoca della Rete, dei cambiamenti climatici e di una democrazia in deficit di giustizia sociale e ambientale.
La suddivisione degli scritti, che hanno avuto uno sviluppo temporale quasi quinquennale, in quattro ambiti tematici (città e territorio, aree interne e cratere sismico, Marche e centro Italia, storie e personaggi) risponde all’esigenza di dare una coerenza alle riflessioni, evidenziando i filoni ricorrenti ad uso del lettore.
La Città appenninica, dunque, non è altro che uno dei possibili volti dell’arcipelago Marche. Di certo uno dei più sfidanti, per la rilevanza delle problematiche territoriali che richiama all’attenzione, ma è anche un osservatorio privilegiato di rango interregionale e un contributo ad un’idea di governo progressivo della nostra regione.
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