DALLA CITTA’ APPENNINICA AL QUADRILATERO DI CITTA’ - Una riflessione in vista della prossima apertura del nuovo tratto della Pedemontana delle Marche
Il completamento del
Quadrilatero infrastrutturale di penetrazione interna Marche-Umbria sembra
possibile entro il 2025. Se volessimo essere pessimisti potremmo allinearlo
alla scadenza del PNRR, il 2026.
Nell’arco di venti anni è
stato realizzato il completamento della SS77 da Sfercia a Foligno e della SS76
da Serra San Quirico a Fossato di Vico, mentre sul versante umbro è stato
realizzato il collegamento della SS3 da Fossato di Vico a Nocera Umbra-Foligno
e quello della SS318 Valfabbrica-Perugia. Restano due restringimenti di
carreggiata in via di soluzione: il viadotto Mariani lungo la SS76 e la
galleria di Casacastalda in direzione Perugia. Sta procedendo, invece, il
collegamento Fabriano-Muccia/Sfercia di Camerino, che unisce il versante
pedemontano marchigiano, di cui è prossima l’inaugurazione del tratto da
Matelica zona industriale a Castelraimondo nord.
Pensato per rompere
l’isolamento delle aree del sisma del 1997 e del diaframma appenninico, il
Quadrilatero consente il collegamento con direttrici di traffico a più ampio
raggio che riguardano l’innesto delle SS77 e SS76 con l’A14 Adriatica nelle
città di Civitanova Marche, capofila del distretto calzaturiero, e di Ancona,
capoluogo regionale e capofila della piattaforma logistica costituita da
porto-aeroporto-interporto-nodo ferroviario della Milano-Bologna-Bari-Lecce.
Attraverso il collegamento con
il capoluogo umbro di Perugia, alla cui porte insiste anche l’aeroporto
regionale “S. Francesco”, e in direzione di Roma per la via di
Foligno-Spoleto-Terni-Orte, il Quadrilatero apre sul lato ovest all’innesto con
la E45 Roma-Ravenna e verso la direttrice tirrenica che include, oltre alla Capitale,
Firenze e Genova.
Più in generale, tra Adriatico
e Tirreno, esso garantisce la connessione di un’ampia area interna dell’Appennino
centrale con le direttrici longitudinali e trasversali europee e mediterranee,
dentro i corridoi della rete TEN-T e nell’ambito della Macroregione
Adriatico-ionica. La prosecuzione degli assi pedemontani sui due versanti, ma
in particolare su quello marchigiano, potrà consentire, a partire dal tratto
Fabriano-Muccia, di estendersi in direzione nord fino all’innesto con E78
Fano-Grosseto all’altezza di Fossombrone e in direzione sud con la Salaria
all’altezza di Mozzano di Ascoli Piceno.
L’area appenninica collegata
dall’infrastruttura del Quadrilatero, a sua volta, diventa un territorio
fortemente integrato al proprio interno per via della riduzione dei tempi di
raggiungibilità dei diversi centri connessi e della agiatezza dei collegamenti.
Il tracciato Fabriano - Fossato di Vico/Gubbio - Gualdo Tadino - Nocera Umbra –
Foligno - Serravalle del Chienti – Muccia – Camerino/Castelraimondo – Matelica/Esanatoglia
- Cerreto D’Esi – Fabriano, diventa un circuito inserito all’interno di flussi
più grandi e potenzialmente capace di attrarre movimenti, merci e persone, se è
in grado di fare scelte di integrazione e sviluppo in termini di servizi e
opportunità. Questo circuito potrà includere in tempi abbastanza ravvicinati anche
le realtà di San Severino Marche e Tolentino, unite prossimamente da un’infrastruttura
intervalliva che va a rafforzare il lato sud-est del Quadrilatero.
L’idea stessa della Città
Appenninica - intesa come spazio urbano diffuso tra Marche e Umbria, basato
sulla rete delle città storiche dell’Appennino che svolgono il ruolo di
polarità urbane a servizio di ampi territori periferici, bisognosi di punti di
riferimento per contenere le dinamiche demografiche e cogliere le occasioni di
sviluppo sostenibile - riceve da questa architettura infrastrutturale la spinta
per pensarsi come una sorta di Città Meso-appenninica, in corrispettivo con le
iniziative che si muovono sul versante costiero adriatico e quale ganglio
fondamentale dell’articolazione urbana policentrica del Centro Italia.
Infatti, collocata nel cuore
dell’Appennino centrale il “Quadrilatero delle Città” (Fabriano – Gubbio –
Foligno – Camerino/Tolentino) diventa cerniera interregionale che dialoga con
le grandi polarità urbane del versante tirrenico: da Firenze con le varie città
toscane, a Roma con la sua forza catalizzatrice, a Napoli con la sua area
metropolitana di rilievo europeo. E si confronta con la “città adriatica”,
lineare e costiera, incluse le sue insenature vallive, che sperimenta
conurbazioni, sistemi territoriali integrati, città in formazione: dalla grande
Pescara alla Romagna, dalla conurbazione Pesaro-Fano alle suggestioni di Ancona
con il relativo sistema territoriale. Insomma, si confronta con l’idea della
Città Meso-adriatica.
Ma la suggestione del “Quadrilatero
di Città”, oltre alla comune appartenenza appenninica e ad una storia di forti
relazioni economiche e culturali che affonda le radici in epoca preromana, romana,
medievale e moderna, deve poter mettere a fattor comune caratteristiche,
elementi ed iniziative dell’oggi e del domani.
In epoca moderna e unitaria le
quattro città hanno avuto tutte o un ruolo o un’ambizione di area vasta: dalla
provincia preunitaria di Camerino, alla appartenenza di Gubbio al territorio
marchigiano fino all’Unità d’Italia, ai tentativi di Foligno e Fabriano di
elevarsi a Province.
Ad oggi le relazioni tra
queste città sono a diversa intensità: con Gubbio, la città di Fabriano fin dal
2013 sta intessendo una trama di relazioni fatta di appuntamenti di
approfondimento, convegni di studio, piccoli progetti sperimentali e tavoli
programmatici intorno al tema della Città Appenninica, che coinvolge un
territorio di 35 Comuni e 3 Unioni montane. Con Foligno è il secondo anno che
condivide la realizzazione della Festa di Scienza e Filosofia in una collaborazione
tra Comuni, Laboratorio di scienze sperimentali di Foligno e Rotary Club di
Fabriano. Con Camerino, oltre alla comune appartenenza alla sinclinale camerte
che sta ricercando la propria candidatura Unesco quale paesaggio vitivinicolo
del Verdicchio, c’è un’oggettiva vicinanza che rende l’Università della città
ducale una infrastruttura della ricerca e della conoscenza a servizio del territorio.
Dal punto di vista economico
Fabriano e Foligno sono due distretti produttivi di rilievo: il primo
nell’ambito dell’elettrodomestico e della carta, l’altro nei settori della
meccanica, dei motori elettrici e dell’aerospazio. Il primo sta ricercando una
diversificazione in ambito culturale e turistico, attraverso le sinergie con il
Consorzio Frasassi e con Gubbio, il secondo costituisce una piazza commerciale
importante, anche nell’agroalimentare. Camerino rappresenta il cuore del
cratere post sisma del 2016/2017, mentre Fabriano ne rappresenta l’estremo nord.
Gubbio e Camerino si caratterizzano più sul versante turistico-culturale e
dell’alta formazione, mentre Fabriano e Foligno più a livello industriale e
manifatturiero con la presenza di scuole tecniche e post-diploma (ITS). Sul
versante dei servizi sociosanitari l’area è strategica dal punto di vista della
mobilità attiva/passiva interregionale con i poli ospedalieri di Foligno, in
crescita, e di Fabriano, che mantiene una funzione polare indispensabile per
l’entroterra marchigiano e non solo, mentre dipende da Gubbio (ospedale di
Branca) per il punto nascita. Camerino, invece, assolve una funzione per i
servizi essenziali della rispettiva area interna. Una programmazione condivisa
sulla sanità di confine tra Marche e Umbria potrebbe consentire di passare
dalla competizione alla cooperazione con reciproco giovamento. Dal punto di
vista della mobilità, le stazioni ferroviarie di Fabriano e Foligno
rappresentano degli snodi importanti della diagonale transappenninica
Orte-Falconara M.ma, sulla quale sono in atto gli investimenti di RFI previsti
dal PNRR e dalla programmazione pluriennale, mentre Fabriano condivide con Camerino il servizio di TPL gestito dal Contram. Tutto il territorio, infine, è
ricco di parchi regionali e nazionali (Gola della Rossa, Monte Cucco, Colfiorito, Monti Sibillini), riserve
o aree di pregio ambientale, come quella del comprensorio turistico dei tre
Comuni di Pioraco-Sefro-Fiuminata, costituendo complessivamente una rete
ecologica di prim’ordine.
Una indagine d’area del “Quadrilatero
di Città”, incluse le specificità degli altri Comuni interessati dal tracciato,
potrebbe restituire risultati analitici e conoscitivi importanti per
intrecciare politiche di sviluppo territoriale condivise. Stringere un patto tra
tutte le Amministrazioni comunali interessate dall’infrastruttura viaria, il
quale preveda la collaborazione strategica delle stesse ai fini di una crescita
sostenibile e dello sviluppo delle comunità e dell’intero territorio potrebbe
rappresentare il primo passo di un progetto più ampio d’indubbio rilievo per
tutto il Centro Italia.
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