NELLE MARCHE RURALI I GAL SONO UNA RISORSA
Che la crisi energetica avrebbe impattato in maniera rilevante e trasversale era chiaro, specie per i paesi meno autonomi, che avrebbe pesato di più sulle fasce deboli della popolazione e su quelle a reddito fisso pure, ma che gli effetti negativi avrebbero riguardato più le aree rurali e montane, rispetto a quelle urbane, non era questione altrettanto avvertita.
Sono queste aree, infatti, quelle in cui le spese per il riscaldamento nel periodo invernale o per il trasporto, a causa della distanza dai centri dove si concentrano lavoro e servizi, incidono di più sulle disponibilità economiche delle famiglie, complice anche l’elevato tasso di anzianità della popolazione.
È utile sottolinearlo perché se ne tenga conto, soprattutto a fronte della necessità sempre più sentita che la politica metta da parte le promesse irrealizzabili e faccia i conti seriamente con problemi di straordinaria essenzialità e concretezza.
Cambiamenti climatici, siccità, energia, cibo, sono i temi a cui dare urgentemente delle risposte e le aree interne e rurali possono dare un contributo decisivo, capace di coinvolgere in primo luogo i giovani. La nuova Politica Agricola Comunitaria (Pac) 2023-2027, che riserva alle Marche circa 390 milioni di euro, dedica una particolare attenzione a questi temi, incluso il coinvolgimento dei giovani, ma sconta una centralizzazione delle misure che rischia di penalizzare i territori.
La stessa esperienza dei Gruppi di Azione Locale (Gal), che hanno rappresentato negli anni le uniche agenzie di sviluppo locale attive nei territori rurali secondo l’approccio Leader, rischia il sottofinanziamento e una scarsa attenzione da parte delle Regioni.
Pur alle prese con le complicate e a volte farraginose norme che presiedono all’impiego delle risorse del Fondo europeo per lo sviluppo agricolo regionale (Feasr) e conseguentemente sotto sforzo nel cercare di far avanzare impegni e pagamenti, essi sono stati finora una straordinaria palestra per amministratori e associazioni di categoria, che hanno potuto conseguire una spiccata confidenza con le opportunità europee e con la programmazione-progettazione di interventi secondo quanto suggerito dall’ascolto e dalla lettura delle vocazioni dei territori.
Nel caso marchigiano, la laboriosa esperienza dei 30 Progetti integrati locali (Pil), portati avanti dai 6 Gal della regione, ha rappresentato un viatico importante per la capacità attuale degli Enti locali di partecipare alle opportunità del PNRR. Ciò è ancor più vero laddove i Gal hanno saputo farsi interpreti anche di altre progettualità di respiro intercomunale e territoriale, come nel caso della gestione degli Accordi di programma quadro (Apq) della Strategia nazionale delle aree interne (Snai).
Tutto ciò, considerando che a seguito del sisma del 2016/2017 i Gal delle Marche, già finanziati dalla programmazione 2014-2020 in via eccezionale con circa 53 milioni di euro, hanno ricevuto in itinere risorse aggiuntive per circa 15 milioni, gestite da strutture tecnico-amministrative sostanzialmente invariate. A luglio dell’anno corrente erano 140 i bandi emanati, 1143 i progetti pubblici e privati presentati, oltre 700 quelli ammessi e finanziati.
Resta ancora del lavoro da fare, ma non sono risultati disprezzabili, se si tiene conto del contesto e del fatto che la straordinaria messe di risorse che il PNRR ha riversato sui territori ha fatto di colpo perdere appeal alle tutto sommato modeste risorse gestite dai Gal, le quali invece fino a ieri erano spesso le uniche su cui molti piccoli Comuni e microimprese delle zone rurali, interne e montane potevano contare.
Ora, proprio alla luce dell’eccezionalità rappresentata dal PNRR e dallo stesso Piano nazionale complementare (Pnc) sisma, diventa importante ricalibrare il ruolo e la prospettiva degli strumenti a supporto delle politiche per il superamento dei divari territoriali.
Sia la nuova programmazione 2021-2027 con l’Obiettivo 5 “Un’Europa più vicina ai cittadini”, che la nuova Pac 2023-2027 con la clausola minima del 5% delle risorse da destinare ai programmi Leader vanno pensate, oltre i tempi serrati del PNRR e del PNC sisma, come modalità coerenti e adeguatamente finanziate per dare continuità agli investimenti per lo sviluppo sostenibile delle zone rurali. Pensiamo, ad esempio, alle imprese dei Comuni più colpiti dal sisma del 2016/2017, che difficilmente potranno cogliere le opportunità dei bandi del PNC sisma in avvio il prossimo 15 settembre.
Da questo punto di vista i Gal, quali moderne agenzie di sviluppo locale, potrebbero assolvere a funzioni essenziali in prospettiva e non limitate a quanto previsto dai Piani di sviluppo rurale (Psr), osando su nuovi terreni sperimentali d’impegno: dalle nuove aree Snai alle Green Communities, dalle Comunità energetiche alle Associazioni fondiarie, fino ai Distretti del cibo. Nelle Marche, regione a livello europeo definita non a caso “rurale”.
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