L’ENTROTERRA TRA FABBRICHE E DICERIE
Nonostante le ferite e le contraddizioni che vive, l’entroterra marchigiano continua a far parlare di sé. Alcuni eventi di questi ultimi giorni ne hanno mostrato le difficoltà insieme alla vitalità. Lo sciopero generale dello scorso 29 novembre a Fabriano e la pronuncia del Papa all’Angelus dell’8 dicembre sono stati due momenti di forte solidarietà con i lavoratori che a Fabriano come a Comunanza stanno difendendo il lavoro e la prospettiva industriale dei rispettivi territori e più in generale delle Marche. Le Marche, appunto, una regione affetta da quella che Antonio Calabrò ha definito una “dissonanza cognitiva”, ossia lo scarto tra il fatto che l’Italia è la seconda manifattura d’Europa e la percezione diffusa che la sua ricchezza derivi dal turismo. Le crisi di Fedrigoni e Beko, che minacciano di lasciare sul campo centinaia di posti di lavoro nelle aree più fragili della regione, hanno avuto - almeno spero - l’effetto di risvegliarle dal sonno dogmatico in cui sono cadute. ...





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