L’annuncio del licenziamento di 195 lavoratori da parte del Gruppo Fedrigoni e le incertezze che aleggiano sul settore dell’elettrodomestico hanno rilanciato la necessità di individuare strumenti di facilitazione e attrazione di investimenti per l’area del cratere sismico, per l’entroterra regionale e per le stesse Marche. Lo status di regione in transizione che le Marche condividono con l’Umbria renderebbe entrambe le regioni idonee ad ospitare una Zona Economica Speciale (ZES) o una Zona Logistica Semplificata (ZLS) e il tema è tornato in tutti i documenti istituzionali che stanno accompagnando la vertenza del distretto fabrianese e che sono stati inviati al Governo. Le prossime riunioni convocate al Ministero del Made in Italy, il 4 novembre per la vertenza Giano 1264 e il 7 dello stesso mese per la situazione degli stabilimenti italiani Beko, rappresentano delle occasioni per mettere sul tavolo non solo gli aspetti occupazionali e industriali, m...
Camerino ha il suo piano strategico. E già questa è una notizia. Nel complicato percorso della ricostruzione, avere uno strumento che aiuta a traguardare la difficile situazione presente non è affatto inutile. Nel fuoco delle tante questioni maledettamente concrete, sapere che un orizzonte nonostante tutto esiste, aiuta ad orientarsi e a immaginare un futuro. Il quotidiano mettere un mattone sopra l’altro trova così un senso, sicuramente da dibattere, modificare, condividere, ma un senso possibile. Lo sforzo compiuto dal gruppo di studio e progettazione guidato da Pippo Ciorra per conto di Unicam non era affatto semplice, tutt’altro. Avere a che fare con una città sospesa, dalla quale la vita è stata violentemente espulsa e le funzioni sono state disperse nel territorio circostante, impone l’esigenza vitale di riconfigurare un centro di gravità insieme al perimetro della nuova città che il sisma ha determinato. Si tratta di ridare densità al centro storico attraverso funzioni t...
Passati gli anniversari e le (auto)celebrazioni ad otto anni dal sisma del 2016 è tempo di una operazione verità. Non per fare polemica, ma per evitare di essere sommersi dalla propaganda, e dunque per amore di verità. Il quadro più generale sta cambiando e per le aree interne e quelle del cratere sismico del centro Italia le cose rischiano di peggiorare. Se nel 2016, in un’Europa che a fatica si discostava dalle politiche di austherity , il tema era la periferizzazione dell’Italia e ancor più delle sue aree interne rispetto al cuore manifatturiero tedesco-orientale che trainava il continente, oggi – come ci ha ricordato Mario Draghi presentando il suo rapporto sulla competitività europea – è l’Europa tutta ad essere di fronte ad un bivio: o si rilancia o declina. Ho sentito dire in questi giorni che l’Europa non ha una politica per la montagna: parzialmente vero, non solo perché basterebbe ricordare le Convenzioni delle Alpi o dei Carpazi, ma perché essa in realtà delega il tema d...
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