Daniele Salvi e “La Post Regione. Le Marche della Doppia Ricostruzione” - di Lucia Tanas
Il libro di
Daniele Salvi “La Post Regione. Le Marche della doppia ricostruzione”,
presentato ad Esanatoglia nella Sala del Consiglio Comunale, il pomeriggio del
17 luglio, mette insieme scritti ed articoli pubblicati tra il 2015 ed il 2020,
un quinquennio in cui le Marche hanno subito due gravi calamità, quali il
terremoto e la pandemia. Sono, in realtà, riflessioni scaturite da una attenta
analisi, anche storica, del territorio, in modo particolare di quella parte del
territorio nota come “Sinclinale Camerte” che tanto rilievo ha rivestito nella
Storia e nell’economia della regione. Riflessioni che danno vita ad una serie
di proposte intelligenti, certamente condivisibili, rivolte ad arginare il
fenomeno dello spopolamento dell’entroterra. Trascritte con un linguaggio semplice
e diretto, senza artificiosità letterarie, individuano gli strumenti e le cure da
adottare per favorire la ricostruzione ed un nuovo sviluppo sostenibile e, pur
seguendo gli scritti uno sviluppo cronologico, non tematico, la lettura non
risulta dispersiva e la ricorrenza di temi ed argomenti a distanza di pagine
non ne pregiudica affatto l’interesse, essendo facile da riprendere, ogni
volta, il filo che li lega. Nel libro lo spirito dello storico attento e
rigoroso si unisce alla tempra del politico mosso da interesse autentico per il
territorio, soprattutto dal desiderio di vederlo risollevato dalla stasi economica
e culturale cui la crisi prima, il sisma poi e la pandemia infine l’hanno fatto
precipitare e, attingendo dalla sua storia, vi trova consolazione ma anche
esortazione ad una nuova spinta propulsiva verso la rinascita. Non mancano
giudizi su problematiche impellenti e spinose che tanto angustiano il mondo
intero, formulati senza alcuna pretesa cattedratica ma con la levità e
l’intelligenza di approccio proprie dell’intellettuale colto e preparato, che
ben conosce e ben sa. Con sensibilità, umiltà e saggezza, ma anche con la
pacatezza del filosofo, sulla scia di papa Francesco denuncia i mali di una
società tutt’altro che aperta e solidale, che nega la speranza, dandosi, al
contrario, alla globalizzazione dell’esclusione e dell’indifferenza. Facendosi forte
della esperienza in Regione l’autore tratteggia con competenza una visuale chiara
di ciò che la Post Regione debba affrontare in questo tempo particolare, identificando
quelle che sono le priorità assolute, a partire dal problema dei problemi,
ovvero riconquistare la fiducia dei cittadini, duramente scossa da eventi tanto
disastrosi. Una sfida enorme per la classe dirigente, che implica un rapporto assolutamente
più costruttivo fra Stato, Regione e Autonomie locali! A sostegno delle proprie
argomentazioni l’autore ricorre a figure di personaggi che hanno contribuito
alla ricchezza storica, culturale ed economica del territorio, il cui messaggio
umano, sociale e politico non può non essere seguito se si vuole che la Sinclinale
Camerte recuperi quello che fu il suo ruolo guida in tutta la regione. Uno
scopo arduo da realizzare, ma non impossibile, se si ascolta attentamente il
territorio e si mettono in campo progetti di sviluppo locale che facciano da
volano a potenzialità ancora mortificate. Interrogandosi sul futuro
dell’Appennino, “sarà abbandonato, saccheggiato delle risorse residue o
rivivificato?” l’autore trova una risposta immediata nei processi di
innovazione e sostenibilità, da mettere in atto in ogni campo della produzione,
naturalmente non disgiunte da investimenti idonei nei servizi essenziali,
affinché il terremoto si trasformi in opportunità per le popolazioni e non rimanga
ragione di “deportazione” altrove: sarebbe la fine di radici e di tradizioni
millenarie. In fin dei conti, non sono sempre stati i Marchigiani tanto
resilienti da risollevarsi dalle conseguenze delle calamità, certamente non
poche nei secoli?
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