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Visualizzazione dei post da luglio, 2022

FUGA DALLA RESPONSABILITA’

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Per chi ha avuto la pazienza di seguire il dibattito parlamentare sulla crisi di governo, fatta la tara sulla “varia umanità” che siede nel massimo consesso della nostra democrazia, specchio del Paese, una cosa più di tutti è balzata agli occhi: la fuga dalla responsabilità. È un tema non di oggi, ma che potremmo far coincidere con l’inaugurarsi della stagione della personalizzazione della politica, tanto generosa nelle promesse quanto modesta nelle realizzazioni, della quale rimangono ormai soltanto i cascami. A fronte della densa e serrata agenda proposta dal Presidente del Consiglio sulle questioni da affrontare in un frangente di straordinaria emergenza per il Paese, alle prese con l’aumento del costo della vita, salari bassi e disoccupazione alta, povertà in aumento, rischio di recessione per la nostra economia gravata dal problema energetico e delle materie prime, attuazione del PNRR, pandemia che continua a imperversare e una guerra in atto alle porte dell’Europa che investe...

SULLE INFRASTRUTTURE BISOGNA UNIRE, NON DIVIDERE

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Sulle infrastrutture è saltato il flair play istituzionale. C’era da aspettarselo, considerando che si è voluto fare di una questione complessa la bandiera della discontinuità politico-programmatica. Quanto di più contrario al buon senso, dal momento che se c’è un tema che ha mille implicazioni (istituzionali, urbanistiche, territoriali, paesaggistiche, economiche e sociali) e tempi inevitabilmente diluiti questo è proprio il tema delle infrastrutture. Per di più in un paese in cui per attuare un investimento di 100 milioni di euro ci vogliono in media 15 anni. Ciò non vuol dire che non si debba marcare un impegno più sollecito e proporsi di fare bene, recuperando anche eventuali ritardi, ma occorre partire dal fatto che in materia di infrastrutture la continuità è, prima ancora che un valore, un dato fisiologico. È stato, quindi, sbagliato voler sostenere ad ogni piè sospinto che prima vi fosse il deserto. Questo non solo non è vero, ma non è accettabile. Durante le ultime ammi...

L’ASUR VA IN SOFFITTA, MA…

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L’Asur va in soffitta, senza rimpianti. A sua difesa non si sono levate voci, quasi fosse figlia di nessuno. Eppure, ha segnato circa venti anni di vita del principale servizio pubblico a gestione regionale, croce e delizia di tutte le amministrazioni che si sono succedute. Nata con la Legge regionale n.13 del 2003 fu la risposta pensata nella seconda legislatura D’Ambrosio per far fronte all’esigenza di razionalizzazione del servizio sanitario, ripensandone l’organizzazione. Ciò era richiesto da due fattori: l’eccessivo disavanzo del sistema e la sua eccessiva frammentazione. Alla prima questione pensò una robusta operazione finanziaria, che rivide al rialzo in maniera progressiva l’aliquota Irpef regionale, alla seconda la nascita dell’Asur. Il suo parto non fu facile, contrassegnato da uno scontro duro tra l’amministrazione regionale e le forze sindacali che lasciò ferite e divisioni nel centrosinistra di allora, chiudendo di fatto la fase della concertazione inauguratasi a part...