Il libro di Daniele Salvi “La Post Regione. Le Marche della doppia ricostruzione” (Il Lavoro Editoriale, Ancona 2020, pp. 220), pur essendo composto di contributi diversamente occasionati, non è occasionale, in quanto lo attraversa una costante, cioè la capacità di occuparsi e preoccuparsi delle Marche come regione con specifiche e nuove peculiarità. Nei vari testi non viene mai usata la tradizionale categoria di “ marchigianità ”, eppure essa è sottesa alla diversificata riflessione dell’autore. Con lui si fa strada una “ postmarchigianità ”, nel senso che il carattere della regione è identificato con una connotazione non statica, bensì processuale, una dimensione non etnica, ma etica, per cui la fisionomia delle Marche non è tanto “fatta”, piuttosto è “da farsi”. Così la proverbiale ritrosia del marchigiano costituisce non solo un atteggiamento di riservatezza o nascondimento, ma soprattutto un antidoto alle tentazioni velleitarie o rinunciatarie. Al riguardo, Salvi suggerisce una in...