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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

DALL’APPENNINO CAMERTE ALLA POST REGIONE - A colloquio con Daniele Salvi

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La rassegna de   L’Appennino camerte   con gli autori che vi scrivono incontra stavolta Daniele Salvi. Laureato in filosofia, già amministratore provinciale, è stato dal 2015 al 2020 Capo di Gabinetto della Presidenza del Consiglio regionale. Fa parte del Comitato Città e Territorio dell’ISTAO e della Commissione scientifica dell’Istituto Storia Marche. Dott. Salvi,  L’Appennino camerte  compie 100 anni. Che cosa si sente di dire in merito a questo anniversario? Un secolo di vita è un traguardo straordinario per un giornale a carattere territoriale. Aver attraversato gran parte del Novecento ed essersi affacciati sul nuovo secolo è stato possibile grazie ad una serie di ingredienti: una solida committenza, un attaccamento da parte dei lettori che nasce dal tipo d’informazione fornito e tante persone, per lo più volontarie, che vi scrivono. Mi sembrano ingredienti ancora oggi vivi e vegeti. Un anniversario è sempre occasione per un bilancio e per guardare avanti con r...

Presentazione "La Post Regione - Le Marche della doppia ricostruzione" - Webinar FAI Fondo Ambiente Italiano, Delegazione di Ascoli Piceno

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con la partecipazione di: Alessandra Stipa - Presidente FAI Marche Ludovico Romagni - Docente UNICAM

CRISTIANO DA CAMERINO, GRAMMATICO E POETA CIVILE (SEC. XIV)

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Bisognerebbe elevare monumenti a quelle case editrici che coltivano ancora tra mille difficoltà la storia e le memorie patrie. Rientra tra queste “Le Edizioni del Galluzzo di Firenze” che sforna pubblicazioni di grande pregio e valore. Con riferimento alle Marche, oltre alla pubblicazione in corso dell’edizione critica delle opere della santa Camilla Battista da Varano (1458-1524), da ultimo è uscito un poemetto inedito e di autore pressoché sconosciuto, tal Cristiano da Camerino, intitolato:  De partibus sive super creatione partium Guelfe et Gebelline et ipsarum obiurgazione liber . Andrea Bocchi che ne ha curato la pubblicazione così esordisce nell’introduzione: “Si pubblica qui un poemetto di incerto inquadramento, scritto in un momento indefinito del medioevo in località imprecisata da un grammatico italiano di cui quasi nulla sappiamo, su un soggetto inconsueto, secondo un gusto antiquato, con scrittura irsuta, in una lingua morta, conservato nell’ultimo, scorretto fascicolo ...